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zerocalcare
Controverso, discusso, ormai iconico: Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech nasce oggi a Cortona una manciata di anni fa, probabilmente ignaro dell'impatto che avrebbe avuto sulla cultura del fumetto italiano. Con una panoramica delle sue opere celebriamo il suo genio ed il suo indisusso successo.
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Fin dagli esordi nel 2011, con la pubblicazione de La profezia dell'armadillo, per cui vinse il premio Gran Guinigi nel 2012, Michele Rech, in arte Zerocalcare, si è ritagliato uno spazio di tutto rispetto all'interno del panorama del fumetto italiano. La penna illuminata e critica, i tratti decisi e l'incredibile capacità di lettura della contemporaneità, hanno fatto di Zerocalcare una vera e propria icona fuori dagli schemi, talvolta irriverente, senza dubbio radicale, irrimediabilmente onesta.
Cinque anni dopo è Internazionale a riconoscerne il talento e la capacità comunicativa fuori dal comune, pubblicando Kobane Calling. Le sue ultime due opere, Scheletri e A Babbo Morto, sono state tra le letture più ricercate e le pubblicazioni più vendute del 2020, consacrando il successo di questo incredibile artista, conosciuto anche per le sue dichiarazioni in dialetto romano e per le interviste irriverenti.
L'Espresso infatti lo ha definito L'ultimo intellettuale, anche se lui ha ribadito - e disegnato - più che altro di sentirsi L'ultima foca ammaestrata. E a chi gli chiede come mai la scelta del curioso pseudonimo, confessa che nel corso di una discussione online, per la quale avrebbe dovuto scegliere un nickname, si ispirò ad uno spot televisivo di un prodotto anti-calcare.